sexta-feira, 29 de junho de 2012

LA REPPUBLICA.IT: Razzismo, antisemitismo, nazionalismo ecco l'Europa nera che fa paura




Il loro nemico è lo "straniero" causa di tutti i problemi. Puntano a un network internazionale. Le occasioni per incontrarsi sono raduni politici, ma soprattutto concerti. Con la musica e il web sfuggono alla repressione. E sperano di entrare nel Parlamento Europeo


ROMA - Il loro nemico? Le banche e l'Europa, ma soprattutto "lo straniero". Perché l'obiettivo dichiarato dei nuovi camerati sono immigrati, arabi e islamici soprattutto, oltre che rom ed ebrei. E politica, ideologia e riferimenti storici si confondono tra gli appartenenti alla nuova internazionale nera: decine di migliaia di estremisti della destra più radicale in Europa. Neonazisti, nuovi e vecchi fascisti, nazi-skin, bonehead, hammer-skin, autonomi nazionalisti, movimentisti e cani sciolti. Da nord, in quella Norvegia ancora scossa dalla strage del 22 luglio 2011 (77 morti tra Oslo e Uttoya e un responsabile - Anders Behring Breivik, 33 anni  -  attualmente sotto processo) a sud, nella Grecia segnata dal successo elettorale del partito neonazista Alba d'Oro (quasi il 7% e 21 seggi, per la prima volta, in Parlamento). Attraverso Ungheria, Russia, Serbia, Germania, Inghilterra, Austria, Francia, Spagna e Italia. Truppe di vecchi nostalgici, piccole masse di reazionari, ma soprattutto una crescente folla composta da nuove e nuovissime generazioni di europei sostengono i partiti dell'odio e dell'intolleranza, si organizzano in piccoli e grandi gruppi movimentisti, si rendono responsabili di aggressioni, pestaggi e omicidi, trovando punti di contatto nella musica e attraverso il web, spesso oltre l'ideologia.

La politica. Per dirla con Kinga Goncz, parlamentare europea ed ex ministro degli Esteri ungherese: "La crescita del fenomeno è evidentemente legata alla crisi. Oltre ai casi più eclatanti di Grecia e Francia, penso a quanto successo in Slovacchia, Romania e Olanda: le urne hanno premiato i partiti socialdemocratici e quelli di estrema destra, perché i cittadini cercano soluzioni politiche, ma anche i colpevoli. E penso all'intolleranza nei confronti di immigrati e Rom. Il pericolo esiste e lo dimostrano i programmi razzisti e xenofobi dei partiti che legittimano il fenomeno". 



Così come le parole d'ordine sempre più diffuse, dai discorsi dei leader populisti alla moltiplicazione dei messaggi nei forum su Internet, identificando i responsabili nel "turbocapitalismo", nei "banchieri", recuperando antichi attacchi alla "lobby ebraica". Ma da Berlino Maik Baumgaertner, giornalista e studioso dell'estrema destra avverte: "In questi anni la crescita dei collegamenti tra i gruppi più radicali è stata esponenziale. Ci sono evidenze di incontri tra neonazisti tedeschi e loro omologhi austriaci, spagnoli, svizzeri, scandinavi. Le occasioni sono raduni politici, ma soprattutto concerti. Perché la ricerca è quella della comunità identitaria, all'interno della quale si scambiano esperienze, anche per sfuggire alla repressione esercitata dalle autorità nei singoli Paesi di provenienza". Perché poi, è ancora Goncz a parlare: "Il proporzionale puro permette a questi partiti di entrare nel Parlamento Europeo". 



Dove l'attuale regolamentazione non permette di negare finanziamenti a gruppi chiaramente xenofobi, come quelli aderenti alla cosiddetta "Alleanza Europea dei Movimenti Nazionalisti", dietro alla quale si muove un personaggio come Bruno Gollnisch del francese Front National e che comprende gli ungheresi di Jobbik, l'inglese British National Party, i Nazionaldemocratici svedesi, il Partito della Libertà austriaco, gli spagnoli di Democrazia Nazionale, così come gli italiani di Fiamma Tricolore". Proprio dall'Italia sono arrivati, in questi anni, segnali di novità attraverso il movimentismo di Casa Pound, che anche "in Germania, così come in Spagna e Francia oppure in Scandinavia, raccoglie un crescente interesse nelle nuove generazioni", avverte Baumgaertner. "Nella scorsa estate un gruppo di neo-nazisti della Sassonia hanno visitato Casa Pound a Roma, riportandone impressioni entusiaste: "Imparare dall'Italia", era il titolo del racconto diffuso attraverso il web. Credo che ciò che affascini di più i ragazzi europei sia l'apparente modernità delle strategie di Casa Pound, l'utilizzo del web e della musica e il non essere un'organizzazione dichiaratamente nazista, in altre parole il loro smarcarsi da vecchi schemi dell'estrema destra radicale".

La repressione. "Ma non abbiamo strumenti per un effettivo coordinamento europeo", rivela una fonte investigativa italiana, interrogata a proposito della prevenzione e del controllo del fenomeno. "Ci sono leggi e direttive diverse in ogni Paese europeo, che impediscono un'azione efficace. Inoltre da dieci anni ormai la priorità è quella del terrorismo islamico e gli eventuali collegamenti transnazionali tra gruppi neonazisti e neofascisti non vengono monitorati in maniera condivisa". Quasi a confermare quanto ammesso da Bodo Becker, portavoce dell'Ufficio Federale della Protezione della Costituzione tedesca (Bundesamt fur Verfassungsschutz): "Quello che possiamo fare è passare le informazioni ai nostri colleghi oltre confine, ogni volta che i soggetti da noi "attenzionati" perché appartenenti a organizzazioni e gruppi pericolosi si spostano in Repubblica Ceca, Belgio, Francia o in altre parti d'Europa". Nella Germania sconvolta dall'operazione che a novembre 2011 smantellò la cellula terroristica neonazista Nationalsocialist Underground (NSU), dopo che questa si era resa responsabile di 10 omicidi  -  9 uomini di origine straniera e una poliziotta  -  svariate rapine e attentati nel corso di 13 anni, la pressione sui rigurgiti neonazisti è aumentata. E la fotografia della situazione tedesca fatta da Becker è un esempio del fenomeno. "In Germania li dividiamo in tre tipologie. 



Ci sono gli aderenti al partito Npd (Nationaldemokratische Partei Deutschlands), attivi politicamente e non direttamente riconducibili a episodi di violenza: hanno contatti con organizzazioni simili in Europa, come gli inglesi del British National Party, e sono quantificabili in 9.600 unità. Gli estremisti di destra, parte di una scena underground legata alla musica (hate music) o alle tifoserie calcistiche, skinheads ed ex skinheads, caratterizzati dalla tendenza alla violenza non necessariamente ideologica: più o meno 8.300 soggetti che si ritrovano, a livello internazionale, in occasione di ricorrenze e date storiche, in Spagna, Belgio o Scandinavia, oltre che qui in Germania. Infine i neonazisti, la componente più dinamica e rilevante, proprio perché uniti da un'ideologia violenta e pronti ad agire, che sono circa 5.600. Nel loro caso i contatti europei sono più difficili da valutare, ma hanno relazioni certe con il resto del continente. Il limite in tutti e tre i casi è quello della barriera linguistica, che diminuisce la potenzialità dell'eventuale organizzazione transnazionale". E poi, riassumendo in cifre il censimento dell'estrema destra tedesca: "165 band e più di 1.000 siti web".



Web. Perché da Altermedia e Thiazi Forum, i più importanti siti di estrema destra in Germania, fino a Stormfront "importato" dall'America, passando per il francese Zentropa, oggi è Internet a offrire il modo per superare tali barriere. Come spiega ancora l'europarlamentare ungherese Goncz: "Il web è cruciale, è lì che si riconoscono e aderiscono, mobilitandosi attraverso i social media. La Rete li fa sentire meno isolati. E, a differenza dei vecchi partiti queste nuove organizzazioni sono brave a usare Internet, in questo aiutati dalla maggiore conoscenza dell'inglese da parte dei più giovani". 



Un esempio è proprio quello di Jobbik, "movimento per un'Ungheria migliore". Ancora Goncz: "Hanno un programma vecchio, antisemita, che risulta persino difficile da accettare dalle forze omologhe nel resto d'Europa, dove prevale l'intolleranza nei confronti degli immigrati stranieri, degli arabi. Ma in Ungheria la situazione è particolare, abbiamo avuto due gravi crisi in vent'anni, prima di quella attuale c'è stato il periodo della fine del regime comunista. Le nuove generazioni si ribellano sempre contro il passato e quindi  -  nel nostro caso - contro il comunismo. Jobbik rappresenta il nuovo, ai loro occhi, lontano dalla corruzione. Qui le aspettative nei confronti della democrazia erano molto alte, la vicinanza e il legame storico con l'Austria ci aveva fatto guardare a quel benessere come qualcosa di imminente, quasi di dovuto. Invece le cose non sono andate così. E la delusione soprattutto tra i più giovani è stata grande".



Musica. La musica, quindi. Perché è fenomeno diffuso e aggregante, dal rock "identitario" alla cosiddetta "hate music". Sonorità dure e testi più o meno espliciti. Band che si riconoscono nel circuito (anche e soprattutto online) di Blood and Honour: sezioni in tutta Europa, fino alla Russia, band nate nel segno dei veri "iniziatori", gli inglesi Skrewdriver. Formazione nata nell'ambito del punk-rock inglese a fine anni Settanta, ma poi convertita dal cantante (e leader del nascente National Front) Ian Stuart a guidare la trasformazione razzista, fascista e neonazista di parte della scena skinhead. Dal 1982, con la nascita di Rock Against Communism e dei relativi concerti, propagandosi nel resto d'Europa, fino agli inizi degli anni Novanta. E oltre, perché sciolti gli Skrewdriver, e per quanto minoritario e represso il fenomeno  -  tanto che in Germania Blood and Honour è al bando da 12 anni  -  continua l'attività di band come gli inglesi Brutal Attack, i tedeschi Lunikoff Verschworung, Oidoxie, Endstufe, Kraftschlag e Blitzkrieg, ma anche gli italiani Legittima Offesa e Timebombs, per citare solo alcuni dei nomi più attivi in Europa.

Da Oslo a Firenze. La radiografia dell'estremismo di destra racconta un continente scosso, oltre che dalla strage di Breivik in Norvegia, da quella del 13 dicembre a Firenze dal 50enne Gianluca Casseri (suicidatosi dopo aver ucciso due senegalesi), che frequentava Casa Pound, oltre che dalle decine di aggressioni, violenze e omicidi a sfondo xenofobo registrati in tutta Europa. "Oslo e Firenze sono stati gesti isolati di persone disturbate, ma nati nel clima di odio alimentato da politici e gruppi di estrema destra", afferma l'europarlamentare Kinga Goncz. "Non sono collegamenti che si possano provare, ma sono evidenti"

Nenhum comentário: