quarta-feira, 13 de junho de 2012

LE REPUBBLICA.IT: Italianos aceitam casais gays e concordam em DIREITOS IGUAIS

Coppie: diritti per tutti



50.000 firme per presentare una proposta di legge sulle unioni civili. L'idea parte da Milano dopo che la vicesindaca Maria Grazia Guida, si è detta “personalmente contraria” al registro delle coppie di fatto. Ma il sindaco Pisapia, resiste garantendo che il registro verrà istituito entro il 2012. E mentre il nostro Paese è tra i più indietro in Europa l'Istat conferma che il 62,8% degli italiani ritiene che sia giusto che una coppia di omosessuali possa avere per legge gli stessi diritti di una coppia sposata di Camilla Gaiaschi

Cinquantamila in firme in sei mesi. Per presentare una proposta di legge di iniziativa popolare sulle unioni civili e avvicinare l’Italia agli standard europei. È l’obiettivo della campagna lanciata a Milano: “Una volta per Tutti”, promossa dal Padova Pride Village e sostenuta dall’azienda di gelati americana Ben&Jerry’s, da sempre in prima linea in tema di diritti per le coppie conviventi. La proposta, che ha già ricevuto numerose adesioni tra cui Lella Costa, Aurelio Mancuso, Franco Grillini, Vladimir Luxuria e Paola Concia, introduce maggiori garanzie per le coppie di fatto, il “patto civile di solidarietà” per tutti e le unioni civili esclusivamente per le coppie omossessuali. 

Una rivoluzione gentile in cui convivono tre diversi livelli di diritti: quello di poter usufruire di alcune elementari tutele anche in assenza di un riconoscimento giuridico della propria situazione di fatto, quello di poter accedere a un istituto “intermedio” tra matrimonio e situazione di fatto sul modello francese e quello, per le coppie gay, di un riconoscimento giuridico del tutto equiparabile al matrimonio sulla falsa riga della Civil Partnership inglese. La scelta del capoluogo meneghino per presentare la campagna non è un caso: Milano è la città in cui in queste settimane si discute, ma soprattutto ci si scontra, sul registro delle coppie di fatto, uno dei punti del programma dell’attuale sindaco Giuliano Pisapia che tanto ha dato del filo da torcere alla stessa maggioranza divisa, come da copione, tra cattolici e laici. L’ultimo strappo, in ordine di tempo, lo ha consumato la vicesindaca Maria Grazia Guida, che in una recente intervista all’Avvenire si è detta “personalmente contraria” al registro delle coppie di fatto. Pochi giorni dopo il sindaco, in occasione del lancio della raccolta firme, ha tirato dritto garantendo che il registro verrà istituito entro il 2012 e anticipando che “se il consiglio comunale non troverà una soluzione, ci penserà la giunta e prenderà provvedimenti”. Bene. 

Istituendo il registro delle coppie di fatto Milano fa un passo (piccolo) verso Strasburgo, dove lo scorso marzo il parlamento europeo ha approvato una risoluzione in cui si diche che i 27 Paesi dell’Unione non devono dare “definizioni restrittive di famiglia” allo scopo di negare “la tutela giuridica alle coppie dello stesso sesso e ai loro figli”. Tra questi Paesi, appunto, c’è l’Italia, dove il riconoscimento delle coppie di fatto, al massimo, è demandato agli enti locali con un’ottantina circa di comuni che si sono dotati di registro e quattro statuti regionali favorevoli a una legge sulle unioni civili. A livello centrale, invece, il vuoto normativo: “Il nostro Paese è uno dei pochissimi all’interno dell’Unione Europea e dei paesi occidentali a non aver aggiornato la sua legislazione in funzione del mutato quadro della realtà familiare" spiega Alessandro Zan, presidente di Padova Pride Village e coordinatore della campagna, "ci sono lobby conservatrici che non vogliono che l’Italia raggiunga livelli di civiltà adeguati al suo ruolo”. Siamo, ma non è una consolazione, in buona compagnia: tanto per restare in zona Euro, a non avere alcun tipo di riconoscimento delle unioni civili sono Grecia, Malta, Slovacchia, Cipro ed Estonia. Il resto d’Europa, continente pioniere sul campo dei diritti per gli omosessuali, parla invece un’altra lingua: il matrimonio tra persone dello stesso sesso è riconosciuto nei Paesi Bassi, in Belgio, Spagna, Norvegia, Svezia, Portogallo, Islanda. Le unioni civili equiparabili al matrimonio sono riconosciute in Danimarca (primo paese al mondo a introdurre una legislazione che tuteli le coppie omosessuali nel 1989), Finlandia, Germania, Svizzera, Regno Unito, Irlanda. Quelle non comparabili al matrimonio sono riconosciute in Francia, Lussemburgo e Austria. C’è chi dice che l’Italia non sarebbe pronta. Macché: secondo il rapporto Istat 2012 il 62,8% degli italiani ritiene che sia giusto che una coppia di omosessuali possa avere per legge gli stessi diritti di una coppia sposata, mentre il 43,9% è d’accordo con il matrimonio gay. Tocca ora alla classe politica tenere il passo della società.

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